Onorevoli Colleghi! - La presente proposta di legge persegue lo scopo di ridurre a sistema le diverse componenti della politica spaziale operanti nel nostro Paese.
      Per effetto di una positiva presa di coscienza, di cui è opportuno sottolineare il valore, i protagonisti di tale politica sono aumentati. Mancando però un quadro di riferimento, essi hanno trovato molte difficoltà a inserirsi in un disegno organico, con conseguenze negative per il «primato» dell'Italia. A questa mancanza hanno supplito, come potevano, le istituzioni espressamente competenti in materia spaziale, e, in primo luogo, l'Agenzia spaziale italiana (ASI), sottoposta al Ministero dell'università e della ricerca.
      In occasione dell'elaborazione del Programma nazionale della ricerca (ora Piano), la politica spaziale ha ricevuto la considerazione dovuta, ma egualmente ne è difettata, e gravemente, l'attuazione.
      La gestione dell'ASI, per motivi inspiegabili, non ha adeguatamente incrementato il sistema dei rapporti e dei sostegni in precedenza edificato.
      Sul piano parlamentare gioverebbe, a questo riguardo, la ricostituzione del Gruppo parlamentare italiano per lo spazio, che, come fu già nella XIII legislatura, potrebbe rappresentare la sede adeguata per iniziative, dibattiti e approfondimenti di carattere politico su un tema così rilevante - nell'ambito interno e internazionale - sia sotto l'aspetto scientifico e tecnologico, sia dal punto di vista delle applicazioni e della politica industriale e commerciale. Tale iniziativa potrebbe infatti

 

Pag. 2

integrare utilmente l'attività di carattere istituzionale svolta, ad esempio, dal Comitato per la valutazione delle scelte scientifiche e tecnologiche (VAST), costituito presso l'Ufficio di Presidenza della Camera dei deputati, che in questo settore ha peraltro realizzato numerose iniziative, curando fra l'altro l'organizzazione della IX Conferenza interparlamentare per lo spazio, che si terrà a Roma presso la sede della Camera nel prossimo mese di ottobre 2007.
      Come si è detto, i protagonisti della politica spaziale sono cresciuti.
      Tra questi spiccano le regioni e gli enti locali che, in alcuni casi (la provincia di Roma è uno di questi) hanno operato con grande intelligenza e concretezza.
      «Sono un passaggio obbligato per garantire la estensione dei nuovi servizi resi possibili dai progetti spaziali (navigazione satellitare, osservazione della terra, in particolare) poiché, per effetto dell'articolo 113 del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali (TUEL), di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 - è reso obbligatorio il contratto di servizio da assumere come strumento cardine per la regolazione dei rapporti tra l'amministrazione ed il soggetto erogatore di un servizio pubblico locale».
      A questo proposito si possono ricordare le elaborazioni dei progetti attuativi del programma europeo di navigazione satellitare Galileo in termini di nuovi servizi per il pubblico (informazioni stradali, navigazione marittima) e la costituzione del tavolo per il parere. Tuttavia, i tentativi, da parte della regione Lazio, che ha lanciato nello spazio la missione Eneide, non hanno conseguito l'effetto sperato. In mancanza di utili accordi partecipativi non è stato possibile valutarne l'esito pur in presenza di progetti interessanti, sostenuti dalle università e dalle industrie del settore.
      È chiaro dunque che la XV legislatura dovrebbe adempiere ad un mandato assolutamente innovativo: «recuperare allo spazio lo spazio perduto». Nasce da qui l'idea di una legge quadro che individui formalmente le diverse componenti del sistema spaziale e le ponga nella dovuta sinergia. È un'idea che può avere successo alla condizione che sia condivisa dalle forze politiche, di maggioranza e di opposizione, che, anche di recente, hanno presentato diversi progetti di legge al Parlamento.
      Al secondo forum delle piccole e medie imprese promosso dalla provincia di Roma, il professor Carlo Rubbia ha dimostrato che gli investimenti in tecnologia spaziale hanno il pregio di moltiplicarsi per dieci. Sarebbe perciò dissennato trascurare questa scelta che, con la presente proposta di legge, si vuole aiutare a compiere.
      Inoltre, con la Conferenza nazionale sulle politiche industriali per il settore dell'aerospazio, tenutasi presso il centro dell'Agenzia spaziale europea (ESA) di Frascati il 10 febbraio 2006 e promossa dalla provincia di Roma e dall'Unione delle province d'Italia, tredici province italiane (Roma, Milano, Torino, Firenze, Pisa, Rieti, Viterbo, Napoli, Caserta, Benevento, L'Aquila, Frosinone, Matera, e si stanno aggiungendo anche le province di Terni, Ascoli Piceno e Perugia) hanno sottoscritto un accordo interistituzionale per l'ideazione e il coordinamento delle politiche aerospaziali e delle applicazioni innovative connesse con il citato programma europeo di navigazione satellitare Galileo. L'accordo ha rilanciato a livello nazionale la necessità di riprendere le fila del discorso sul settore aerospaziale come volano di sviluppo per tutto il Paese.
      Si sta ora scoprendo che gli enti locali hanno un ruolo insostituibile nella versione di servizio dei progetti satellitari di navigazione poiché è evidente che, di per sé, il prodotto manifatturiero può entrare in uso utilmente solo se gli utenti, tramite gli enti territoriali, possono usufruire del servizio consentito dai prodotti spaziali.
      Ma, per operare, i suddetti enti hanno bisogno di un modello operativo e delle procedure normalizzate necessarie per impiantare e per gestire il servizio.
      Dunque, è pregiudiziale un sistema di coordinamento nel cui ambito tutti i soggetti si trovino sottordinati rispetto ad un «capo», designato per legge.
 

Pag. 3


      Inoltre è opportuno considerare quale debba essere il compito prioritario da svolgere. La risposta può essere trovata proprio nei programmi spaziali.
      «L'obiettivo principale - è scritto nel Rapporto 2000 sullo spazio dell'ASI - è quello di definire e progressivamente attuare lo scenario di utilizzo del sistema sviluppato, sia in termine di definizione e promozione dell'utenza tramite la definizione e la fornitura a livello "pilota" di prodotti e di servizi, questo nell'ambito di uno scenario coordinato sia con l'utenza che con l'ESA (...)».
      Alla fine del 1999, a seguito di un accordo tra l'ASI e il Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei ministri, è stato sottoscritto il programma Data User Programme (DUP) dell'ESA per lo sviluppo di applicazioni relative al rischio di incendi boschivi e all'instabilità del terreno.
      È in corso la definizione di progetti pilota relativi ad applicazioni di gestione di rischi relativi a frane e incendi. L'avvio di ulteriori attività (progetti pilota, sviluppo di prodotti e di servizi), in collaborazione con i Ministeri e con le amministrazioni competenti, è previsto tramite bandi annuali su tematiche ben definite.
      A tali iniziative va aggiunta quella, attivata tramite contratti stipulati nel mese di ottobre 2000, relativa alla ricerca associata al programma, al fine di massimizzare le caratteristiche e gli aspetti legati al suo utilizzo.
      Sul fronte della distribuzione e della commercializzazione dei dati, è stata recentemente costituita la società, con partecipazione dell'ASI, che avrà il compito di promuovere i prodotti e i servizi di osservazione della Terra e, in prospettiva, di distribuire i dati e di sviluppare prodotti e servizi derivanti del sistema COSMO-Sky Med.
      I contatti con l'utenza istituzionale e con la comunità scientifica hanno portato alla definizione e alla firma di un certo numero di accordi tra l'ASI e amministrazioni, enti e università, relativi a problematiche di osservazione della Terra e, in prospettiva, collegati all'utilizzo del sistema COSMO-SkyMed:

          1) Centro nazionale per l'informatica nella pubblica amministrazione: i contenuti dell'accordo riguardano dati, prodotti e servizi di telerilevamento per la gestione del territorio in ottica COSMO-SkyMed;

          2) Società geografica italiana e Ministero della pubblica istruzione: i contenuti dell'accordo riguardano la cartografia (gestione del territorio e attività formative per la geografia per le scuole dell'obbligo);

          3) Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare: intesa su aspetti relativi ad un servizio per l'individuazione di macchie di petrolio in mare;

          4) Ministero dell'interno: telecomunicazioni e osservazioni della Terra a fini di sicurezza nazionale;

          5) Protezione civile: accordo su aspetti di gestione di emergenze, quali incendi, frane, eccetera, con tecniche spaziali di telecomunicazione e di telerilevamento;

          6) Agenzia per la protezione dell'ambiente e per i Servizi tecnici: gli obiettivi sono relativi ad attività di osservazione della Terra con particolare riferimento a COSMO-SkyMed;

          7) università di Lecce: calcolo avanzato, formazione e telerilevamento;

          8) università di Bari: telerilevamento e formazione;

          9) regione Abruzzo: osservazione della Terra;

          10) regione Basilicata: per le infrastrutture del centro di geodesia spaziale di Matera.

      Non è dato sapere se e quali sviluppi si siano avuti, ma sembra evidente che nel sistema degli accordi suddetti potrebbero essere rintracciati elementi utili per la definizione di un provvedimento legislativo delegato che, ora, le province organizzate sarebbero in grado di anticipare.
      La presente proposta di legge è composta da dieci articoli.

 

Pag. 4